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Lost & Found Podcast | S. 01 Ep. 04

Arrivò un tempo in cui in Italia c’erano gli anni di piombo, a San Francisco la Summer Of Love e New York non era contenta. New York non aderisce, mai. New York inventa. Forse per questo, non è mai contenta. Così nei tardi anni ‘70 nacque la febbre per i disco-club. E lo Studio 54 non era un club. Lo Studio 54 era il club.

Il locale si trovava al 254 West, così la toponomastica della Grande Mela, sulla 54a strada di Manhattan e prendeva il nome dallo studio televisivo che lì si trovava in precedenza. Fu il primo luogo a lanciare in modo convinto e continuativo la disco-music e quelle provocazioni senza fine che facevano parlare una metropoli intera. L’attuale gossip, l’attuale showbiz, l’attuale star system tutti concentrati insieme, oltre alla musica. Solo che non si sapeva. Ciò che ora è moda allora era semplicemente innovazione.

pastedGraphic.pngAllo Studio 54 fece il suo esordio persino il Midori, noto liquore al melone, color verde strobo, manco a dirlo. Lo Studio 54 era The place to be, i giornali pubblicavano foto di personaggi famosi solo perché ci avevano passato la nottata. Certo, di che personaggi stiamo parlando… Si va da Michael Jackson a Elton John, da Liz Taylor a John Travolta fino all’immancabile protagonista di tutte, ma proprio tutte, le avanguardie a New York City: Andy Warhol.

Una delle più note frequentatrici del locale era Paloma Picasso, figlia di Pablo. Soggetto di molte opere del padre, Paloma ha anche aperto una propria maison di gioielli, disegnandone anche per Tiffany & Co. Nello Studio 54 veniva abitualmente tirato dentro a forza anche Jean-Michel Basquiat, ma lui quel mondo non lo comprendeva. A dire il vero, lui, di mondo, capiva solo il suo.

Nonostante i nomi altisonanti si sprechino per davvero, due sono quelli che hanno dato origine al più grande rinnovamento, al meno per il tempo, all’interno di quel centro del mondo newyorkese. In primis, lo stilista italiano Elio Fiorucci, il primo ad avere la lungimiranza oltreoceano nell’ambito della moda. A lui è legata l’organizzazione del grande opening del locale, nel 1977. Allora come in seguito, il motto dello Studio 54 era uno solo e molto, molto semplice: garantire ogni sera “la festa più grande del mondo”.

Durante quella serata inaugurale ci fu una particolare esibizione, e qui entra in gioco il secondo nome di cui abbiamo accennato. C’era una ragazza bionda che voleva esibirsi a tutti i costi, convinse Fiorucci e insistette perché tra il pubblico ci fosse il manager di Michael Jackson. Bene, quella sera nacque il mito di Madonna.

Ogni golden age è per antonomasia fugace e passeggera. Così l’epoca d’oro dello Studio 54 durò pochi anni, prima di chiudere per problemi di fisco e droga. Oppure, per dare un senso, New York è semplicemente troppo veloce.

New York e lo Studio 54. Come sempre, il futuro e l’anteprima del futuro al tempo stesso.